Della bellezza
di Omar Galliani
Trascinavo sul pavimento lo sgabello e mentre lo spostavo sentivo con meraviglia lo sfrigolio del legno. Il soggetto che ho cercato sui muri di tanti aeroporti o di strade consumate nell’attesa di un volto l’ho trovato nel legno di un pioppo solare abitato da tanti nidi sospesi tra cielo e terra. Dirti dove abita la bellezza non lo so, anche perché non so cosa sia. Ne hanno parlato in tanti, e tutti a litigare su canoni, misure, peso, composizione, le ragioni della bellezza. Ecco, la ragione o tutto quello che spiega la bellezza poi ti ricade in testa perché la bellezza è irraggiungibile. Forse i poeti si sono avvicinati più degli altri, ma anche a loro, quando sembrava lì a portata di mano, scivolava via come un’anguilla dalle mani: Dante, Blake, Rimbaud, Leopardi, Neruda, Pasolini. Io disegno anche dieci ore al giorno e tutte le volte sento che il soggetto mi guarda e si compiace nel suo essere guardato, del suo essere amato. Amandomi mi restituisce la vita che ogni giorno perdo un po’ alla volta. Cosa sia la bellezza non lo so, so soltanto che una volta per me abitava nei libri e oggi la vedo qui vicino. La bellezza è impronunciabile, o meglio nessuno si sente di chiamarla per nome. Non so dove finisca la mia matita, magari in un angolo di una stanza buia, anche le stanze sono belle al buio, a volte scopri dei riflessi o dei bagliori che con la luce non li vedresti mai. Il buio è bello!!! Nel buio le opere si muovono meglio e anche tu ti trovi a tuo agio nel guardare. Nessuno ti vede. La bellezza poi scappa via e ti lascia sull’uscio senza spiegarti perché! Il suo nome è proprio lì sulla porta di casa e non lo sai. La bellezza è impertinente, rigenerante, travolgente, muta, cieca, dolce, mutevole, socievole, incantevole, deplorevole, disperata, negata, odiata, profumata, tornata, andata, naufragata, innamorata, venerata, rifiutata, rinnegata, baciata, castigata, lusingata.
Shanghai, settembre 2006